Ospedale – cerchiamo di guardare alla luna e non al dito che la indica.

Sono ormai molti anni che si parla del nuovo ospedale S. Croce a Cuneo con varie sfumature e giustificazioni. Si era partiti con l’idea di ampliare, fino ad arrivare alla definizione della necessità di ricondurre tutto ad un sito unico a fronte degli attuali due presidi S. Croce e Carle. All’inizio si era valutato di aumentare la disponibilità posti letto, per poi passare ad un ridimensionamento con una riduzione degli stessi in base alle politiche regionali.

Tutto e sempre con la prospettiva di migliorare le già buone offerte di cure proposte da S. Croce, valorizzandone le eccellenze, mantenendo e rafforzando il ruolo di “hub” provinciale.

Dopo un grande dibattito è stato sviluppato uno studio di fattibilità, funzionale alla valutazione relativa alla nuova localizzazione della struttura, ma non vorremo che ciò fuorviasse dalla reale necessità che interessa la cittadinanza: la salvaguardia della qualità delle cure offerte dell’ospedale.

Dai sussurri, che stanno diventando grida, pare che il governo centrale piemontese voglia depauperare il livello di eccellenza del S. Croce per degradarlo ad ospedale di territorio spostando le elevate specializzazioni verso altri siti provinciali.

Non vorremmo infatti che la costruzione del nuovo ospedale diventi per la Regione un sistema per rallentare il finanziamento delle attuali specialità ad alta tecnologia con la motivazione che “tanto dovranno essere trasferiti al nuovo ospedale”.

Il nostro gruppo è molto preoccupato da quanto sta accadendo e si opporrà con ogni mezzo ad un declassamento del S. Croce.

Declassamento non solo sulla carta, ma anche nei fatti visto che la qualità la fanno le risorse umane e queste possono essere attratte verso strutture con migliori prospettive professionali.

Ci sembra difficile trattenere professionisti di alto livello con la prospettiva di lavorare solo nelle emergenze-urgenze lasciando il lavoro di elezione ad altri, magari privati.

A Cuneo non serve, ovunque esso sia sistemato, uno stupendo edificio ultramoderno, ma completamente vuoto per quello che riguarda il personale con elevate capacità professionali.

Invitiamo tutte le forze politiche cittadine a smettere di guardare al nuovo ospedale (il dito) e a dove verrà ubicato e a guardare alla reale necessità, ovvero la salvaguardia dei livelli di eccellenza delle prestazioni sanitarie (la luna).

Purtroppo i segnali che arrivano tendono a farci credere che il nostro, sempre amato e apprezzato ospedale, frutto di sacrifici e donazioni dei nostri progenitori, sia destinato ad essere depauperato delle professionalità, utilizzando il “dito” come alibi per motivare questo scopo.

Già la vecchia dirigenza non ha fatto nuove assunzioni e lasciato vacanti primariati strategici. Oggi non vorremmo che la nuova dirigenza rinvii alcuni acquisti di nuove apparecchiature con la motivazione “tanto lo compreremo nel nuovo ospedale” bloccando di fatto alcune attività. Attività che senza sviluppo tecnologico vanno a morire.

Guai se questo dovesse accadere. Il nostro gruppo vigilerà sulla nuova direzione e chiederà conto, ai responsabili, in tutte le sedi se ciò accadrà. Ne chiederà conto a nome di tutta la popolazione di Cuneo che, ne siamo certi, saprà farsi sentire.

Il nostro ospedale deve rimanere un punto di riferimento per la salute dei cuneesi non diventare uno strumento di potere o, peggio ancora, guadagno per qualche lobby che, vestendo i panni del paladino dell’efficienza ed efficacia, finisca per lasciare dietro di se ceneri e distruzione.

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